Partire per il sospirato “viaggio della maturità”, con le amiche del cuore, compagne di classe e di vita, con cui si sono divise gioie e pene, fragilità e crescita, litigi familiari e strutturazione di sé. L’impegno dell’esame finale e poi… spiccare il volo. Per cadere colpita come un uccello in volo da un colpo di fucile, del tutto gratuito, inaspettato. E tragico. Trovarsi alla Stazione di Bologna il 2 agosto del 1980 questo è stato, per una ragazza ancora piena d’incanto. Il trauma allora diventa incancellabile, insieme al bisogno di rimuovere. Per scoprire, improvvisamente, dopo tanti anni, che la memoria è una parte costituente del nostro scoprirci vivi.
Un testo capace di raccontare con estrema semplicità ed essenzialità quel momento e le sue conseguenze, scritto, non a caso, da un macchinista ferroviere. E caro amico.