Un adattamento del monologo andato in scena al Teatro Ygramul di Roma e per Smaschera XVI al Teatro degli Impavidi di Sarzana, per le serate organizzate dall’AAMOD nello spazio all’aperto della Centrale Montemartini. Il documentario, stella polare dell’Archivio, questa volta non è solo cinema ma anche teatro. Due modi, stessa chiave: il fascino della verità. Su Marilyn Monroe, tra tanta buona musica jazz, a cominciare da quella amata da lei.
Scrivere Marilyn’blues è stato soprattutto questo: l’urgenza personale della verità, dello smascheramento, attraverso quel prisma che ciascuno di noi è. Farla uscire dall’immagine dentro la quale era incastonata, nell’unico ruolo richiestogli dalle Major, che come ogni donna sa, dal proprio punto di vista è vissuto in modo diametralmente opposto a quello maschile.
Non un oggetto del desiderio, ma l’espressione della propria esuberanza vitale, assolutamente erotica, sensuale, ma sessuale solo quando entra in campo la propria scelta. Soggetto quindi, e non preda.
L’urgenza di raccontare vita, tensioni, ideali, rabbia e consapevolezza dei drammi, delle ingiustizie, delle tragedie della propria epoca attraverso il suo punto di vista, premeva: era quello di continuare, com’è nel mio teatro e nella mia scrittura, a far emergere il punto di vista altro rispetto a quello della Storia, che non riesce a uscire dalle dinamiche stesse che denuncia.
Incarnare il proprio essere, rompere con l’alienazione a cui ci vorrebbe costringere il Potere, è l’unica strada realmente sovversiva. Profondamente personale, ma realmente partecipabile, e che se solo fosse davvero partecipata partendo da sé, come Marilyn chiedeva ad Arthur, sarebbe un passo reale verso la rivoluzione, intesa come rovesciamento del punto di vista alienato. Ed essere in due avrebbe già dimostrato che si può fare. E a lei, di non sentirsi sola, unica testa diversa nel mondo. Che ci si senta sperduti, così, è persino banale.
Perciò ho affidato a lei, facendola tornare con la consapevolezza di chi ha guardato il mondo da fuori, le parole per tradurre ciò che ha vissuto pienamente, ma inconsapevolmente, come Ella Fitzgerald ha dichiarato. Perché è proprio l’incoscienza l’arma che gli altri, terrorizzati di fronte a una vita che si esprime pienamente, ti rivolgono contro, fino ad ucciderti.
MARILYN’BLUES
25 Luglio h 20,30, Centrale Montemartini, Viale Ostiense 106 – Roma
Per il programma completo www.aamod.it