" Scrivere bene significa pensare bene
e di qui ci vuole poco per arrivare
ad agire bene"

thomas mann

ACTING THEATRE – JAZZ THEATRE

Focus: elaborazione spettacoli dalle improvvisazioni a tema alla stesura del testo

Linee di lavoro
1° livello: improvvisazioni, giochi di ruolo, creazione di personaggi, drammatizzazione, training su voce, movimento, spazio e ritmo. Espansione e valorizzazione delle proprie potenzialità, lavoro di gruppo, strutturazione di un saggio finale
2° livello: bozza di una scrittura scenica, lavoro su materiali scelti, improvvisazioni, drammatizzazioni, training su voce, movimento, spazio e ritmo, costruzione scenica sulla struttura di un ensemble jazz – lavoro di gruppo – strutturazione dello spettacolo finale

Il lavoro del secondo livello potrà intrecciarsi con il lavoro del secondo livello di scrittura scenica

Presentazione –

Non soffocare la vita, lasciala esplodere!

Il corpo può. Ed è perciò dal corpo che ricominciamo: dando presenza all’immaginazione, per scoprire quanto sia reale e quanto tutto sia possibile.

La scommessa di far nascere un lavoro teatrale da un percorso condiviso comincia lavorando sulle improvvisazioni, sulla memoria, sulla costruzione del personaggio.

Centrare il lavoro sulla scena prima che sulla carta, maturare l’esperienza prima di raccontarla. Primum vivere deinde filosofare era il motto dei nostri padri latini, ed è questa l’esperienza che si fa dentro il laboratorio di Spazio Libero Teatro.

Ecco che allora riemerge interamente la funzione del teatro: metterci di fronte alla vita nuda e cruda in tutta la sua complessità, impossibile da ridurre in categorie, i cui personaggi in scena tornano ad essere interamente umani, prismi le cui sfaccettature sono il nostro specchio, e attraverso il segno poetico ci consegnano domande, provocano, scuotono, mostrando il vero senso della vita e dell’esistenza.

Lavorare sulla scena, che sia scriverla o agirla, significa assumersi la responsabilità di rispettare l’essere umano in tutta la sua interezza, riconoscendo prima di tutto in noi stessi l’inquietudine esistenziale, liberandola.