" Scrivere bene significa pensare bene
e di qui ci vuole poco per arrivare
ad agire bene"

thomas mann

DRAMMATURGIA COLLETTIVA

AL VIA IL NUOVO LAB

condotto da Anna Maria Bruni @morgancrazy, drammaturga attrice e
regista e ospitato dalla libreria bookstorie, zona Montesacro, riparte
l’esperimento più proficuo della storia: in epoca di individualismo imperante,
lavorare insieme

Già con il primo “abitare le parole”, il laboratorio di drammaturgia teatrale collettiva avviato con l’aggiudicazione del bando LibrArti ho capito che avevo visto giusto: l’esperimento era eccezionale, ed eccezionale è stato il risultato.

Nella pagina del profilo di morgancrazy.it racconto l’evoluzione del mio lavoro, maturata con l’esperienza fatta seguendo i maestri riformatori del ‘900 o i loro allievi: centrare il lavoro sulla scena prima che sulla carta, maturare l’esperienza prima di raccontarla. Niente di nuovo dai latini di primum vivere deinde filosofare, ma questa volta l’occasione era unica: portare questa esperienza dentro il laboratorio di Spazio Libero Teatro per far esplodere la vita mentre sembriamo precipitare in un buco nero.

Una scelta ostinata e contraria in quest’epoca, l’ho scritto nel sommario: lavorare insieme, confrontarsi, trovare le differenze ed arricchirsene scoprendo quanto sia questo e non “pensarla allo stesso modo” a permetterci di convivere. La vita è il melting pot delle differenze, la contraddizione, l’ossimoro, il conflitto vitale, la capacità di tenere insieme tutto, sostenere la disarmonia, l’asimmetria, l’incongruenza.

Il corpo può. Ed è perciò dal corpo che ricominciamo: le presenze diventano per un momento i personaggi della loro immaginazione, e mettono in scena le premesse della vicenda che sta per dipanarsi.

E’, ancora una volta, “abitare le parole”, vivere l’emozione, sentire quel che sente l’altra o l’altro. E la scommessa di far nascere un testo da un percorso condiviso è anche lavorare sulle improvvisazioni in scena, sulla memoria, sulla costruzione del personaggio; un training teatrale insomma. La scrittura del testo avviene facendo, mentre ciascuno modella il suo profilo, cesellandolo via via; la dinamica delle relazioni scaturisce così dai caratteri, dalle personalità, dalle emozioni, e naturalmente dal contesto e dagli accadimenti.

Ecco che allora riemerge interamente la funzione del teatro: metterci di fronte alla vita nuda e cruda in tutta la sua complessità, impossibile da ridurre in categorie, i cui personaggi in scena tornano ad essere interamente umani, prismi le cui sfaccettature sono il nostro specchio, e attraverso il segno poetico ci consegnano domande, provocano, scuotono, mostrando il vero senso della vita e dell’esistenza.

Scrivere significa assumersi la responsabilità di rispettare l’essere umano in tutta la sua interezza, riconoscendo prima di tutto in noi stessi l’inquietudine esistenziale, liberandola.

Farlo insieme significa divertirsi, conoscersi, condividere nel senso più profondo ed emozionale: costruire comunità. Anche se per un breve tratto, l’esperienza è incancellabile. E soprattutto, è ripetibile.

“Abitare le parole” – Un laboratorio di Spazio Libero Teatro –
tutti i lunedi dalle 19 alle 21 presso libreria Bookstorie, Via Valsassina 15