Attrice, autrice e regista teatrale, scrittrice e giornalista.

“DESDEMONA E’ TORNATA”. Al Teatro 7 Off. Le interviste

Nuova locandina
Anna Maria Bruni

Le interviste di Federico Raponi per Tutta Scena, Radio Onda Rossa, di Andrea Cavazzini per Quarta Parete, Radiosonar, e di Maria Teresa Pindilli per “Sono solo parole?“, Radio RRS971

Lo spettacolo finale della seconda edizione de “Il Filo di Arianna” si muove dentro la complessità delle ferite, delle rimozioni, delle censure, dell’annullamento di sé che la cultura patriarcale produce sulle donne. “Desdemona è tornata”, martedi 21 Dicembre alle 21, Teatro 7 Off, via di Monte Senario 81a.

Desdemona è il simbolo di un femminicidio, e nulla può cancellare un atto infame come questo, puro prodotto di un ego maschile malato, dove il confronto e la necessità di affermazione sono giocati nel rapporto fra uomini, e la donna diventa l’oggetto – puro oggetto – della contesa.

Ma cosa potrebbe dire Desdemona di sé, se riavvolgesse il nastro della sua vita e tornasse a guardarsi con occhi liberati da quel velo, reale o psicologico, che troppo spesso impedisce alle donne di reagire?  Ho voluto puntare il dito e scavare proprio questo aspetto, perché mi sembra più che mai urgente. Qui in scena ci sono tre “Desdemona”, non appunto perché sono tre donne uccise dal marito o fidanzato o partner come purtroppo avviene ancora quotidianamente, ma perché lei è la figura simbolo di una donna giovane, ancora piena di incanto, che scambia per amore, o devozione, o desiderio di assecondare, il cedimento del proprio spazio all’altro, convinta così di suggellare un’unione che diventa invece sacrificio di sé. Si tratti dell’amato, della famiglia, del contesto di riferimento. Quale muro, quale illusione, quale ordine interiore che la cultura patriarcale alza dentro l’anima delle donne nel momento in cui potrebbero spiccare il volo, inducendole a rientrare nell’ordine costituito, lasciandosi annullare. Uccise prima di essere uccise.

Sono tre giovani donne figlie degli stessi meccanismi micidiali di quella cultura, anche se apparentemente espressi in forme diverse. Tre amiche che ancora condividono una “stanza tutta per sé” con tutto lo slancio e la spensieratezza di quegli anni senza consapevolezza, perciò subendo le pressioni della cultura dominante, esercitata anche dalle madri, in una catena che di generazione in generazione continua a condizionarle fino a scegliere “liberamente” la stessa prigione, annullando quella parte di sé piena di desideri, spinte e obiettivi di realizzazione di una vita piena, viva e libera.

Donne nemiche di altre donne, come diventano le tre protagoniste, corrotte dall’ordine imposto, incapaci persino di toccarsi nella stessa misura in cui sono state intime nella condivisione. Fino a sbeffeggiarsi, insultando nell’altra proprio ciò che ha ucciso la parte più autentica e istintiva di sé. Ma come ogni conflitto autentico proprio questo le porterà a scoprirsi e a scoperchiare la memoria che consentirà loro una nuova consapevolezza di sé, e dell’importanza di avere le altre accanto per ritrovarsi. Un processo di rinascita che dalla perdita ci restituisce a noi stesse, scoprendoci parte delle altre anche nei nomi che ci definiscono.

In scena:

Federica Bacchiocchi* – Emy / La ragazza scalza/ La Natura selvaggia
Silvia Casadei – Mimsy/ La signora per bene/ La Memoria
Antonella Olivieri* – Sofy/ La donna onesta/ La Conoscenza

 Musiche:

Musiche:
Le tourbillon de la vie – Jeanne Moreau
Triptich: Prayer/Protest/Peace – Abbey Lincoln (We Insist! Freedom now suite)
Forse no – Maria Pia De Vito (Tumulti)

drammaturgia e regia – Anna Maria Bruni*

  • Laboratorio teatrale Spazio Donna San Basilio

    MARTEDI 21 DICEMBRE h 21 – TEATRO 7 OFF, VIA MONTE SENARIO 81a

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