Attrice, autrice e regista teatrale, scrittrice e giornalista.

“Desdemona è tornata” è “Il cappello delle donne”: un successo

Risata 2
Anna Maria Bruni

Lo spettacolo ha chiuso in bellezza un festival di bellezza, “Il cappello delle donne” organizzato dalla Casa delle Donne nellla Marsica di BeFree Cooperativa. Una giornata che è già l’incontro tra donne operatrici e donne artiste, fusione di passione, impegno, sogni e risate per dire basta alla violenza di genere immaginando un sistema basato sulla bellezza e sulla cura, bandendo il patriarcato dalla storia.

Già solo l’accordo con cui abbiamo costruito insieme la partecipazione delle manifestazioni artistiche che Spazio Libero aps ha realizzato con il progetto Il filo di Arianna è stata una premessa: con Daniela Senese, responsabile della Casa delle Donne nella Marsica di BeFree cooperativa (come del resto di BeFree è Spazio Donna – San Basilio dal cui laboratorio teatrale da me gestito è nato lo spettacolo “Desdemona è tornata. Non scriverete mai più la vostra storia sui nostri corpi” che a dicembre scorso chiudeva al Teatro 7 Off la seconda edizione del progetto) c’è stata da subito sintonia, ascolto, attenzione.

Non era scontato – e del resto è uno dei temi del mio spettacolo – perché non sempre le donne sono amiche delle donne. La corruzione del patriarcato lede anche chi per prima lo subisce. Eppure così è stato, alimentando la mia pervicace determinazione a costruire la rete fra CAV, Case Rifugio, cooperative nate per ridare autonomia economica alle donne, e donne artiste, all’insegna del lavoro, e del lavoro creativo. Perché il lavoro è creativo, altrimenti è fatica. Un capitolo che aprirò presto. Ora voglio solo mettere in fila: il laboratorio creativo di Didi Gallese con i bambini in piazza e il suo quadro realizzato sul palco alle spalle di Sabrina Zunnui, mentre con Tiziano Natale alle chitarre nel duo Acoustic Blues ripercorreva con mirabile connubio tra concisione e poesia la storia del blues attraverso il riscatto delle cantanti nere con “Women around the blues”, e prima di lei Benedetta la Penna e Miriam Ricordi, tra le parole della “Parità in pillole” e accordi rock si sono mutate in un irriverente, graffiante The ARtivist Show. E poi ancora Sara Pollice presentata attraverso il suo giallo “Il contagio del male“, un’altra donna attivista, operatrice antiviolenza, e insieme scrittrice.

Vi state chiedendo perché racconto delle altre, tanto spazio prima del mio spettacolo, ma dovreste darlo per scontato, e sapere quanto amore sincero, entusiasmo, euforia direi io provi quando si realizza un connubio simile, una simile sintonia. Di quelle che ti fanno scommettere seriamente, e andare avanti con ancora più forza.

Lo stesso che ho trovato con Antonella Olivieri e Federica Bacchiocchi, le donne-attrici che hanno partecipato al laboratorio, e con le quali il lavoro di scavo è approdato alla realizzazione di “Desdemona è tornata“. Un testo scritto lavorando sulle improvvisazioni, sui racconti, sugli aneddoti, che mi hanno permesso di delineare qualcosa di più dei semplici personaggi: universi, storie, percorsi, ambienti sociali, ricadute personali, diverse per le tre donne in scena eppure così accomunate dalla stessa cultura, frutto dello stesso sistema violento. Letture e ricerche hanno completato il quadro, soprattutto per il personaggio di Sofy/Sofia/La conoscenza: il profilo della ragazza del nostro sud tanto quanto del sud del mondo, sacrificata ad un matrimonio precoce tanto quanto annichilita dall’ambiente in cui è nata da vedere “l’ordine delle cose” con gli occhi della stessa famiglia che  l’ha venduta, e al suo opposto Emy/Artemide/La natura selvaggia, sempre libera fin da piccola, con genitori liberi e capaci di incoraggiarla a volare, e che pure incappa nell’uomo violento, capace solo di umiliarla, costringerla, picchiarla fino quasi ad ucciderla. E poi Mimsy/Mnemosine/La memoria, una figlia di famiglia bene, ribelle al mercimonio dei sentimenti che vive a casa, e che pure ripete lo stesso errore per non saper vedere un’alternativa.

Tanti i temi sollevati da “ramificare” lo spettacolo in molti altri, ed è sicuramente quel che faremo. Perché in tante ce lo hanno chiesto, quasi aspettandosi già nuove tappe di quel viaggio evocato in scena: come sempre quando creatività e vita si fondono, è proprio quello che stiamo intraprendendo.

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